mercoledì 11 gennaio 2017

Maschere

Spadino dorme, è rientrato da poco dal lavoro ed è distrutto.
Io me ne sto qui, accoccolata accanto a lui e penso.
La mia mente fluttua tra diversi scenari che ultimamente mi si stanno parando davanti, ma alla fine tutto è riconducibile ad uno.

Quante e quali maschere portiamo costantemente sulle nostre facce?!

Bella domanda e altrettanto bella potrebbe essere la risposta.
Venerdì ho in programma una visita che mi preoccupa, un esame che devo ripetere ogni anno per verificare di essere in buona salute.
Questa è la mia maschera.
La mia prima maschera.
Nascondo la mia ansia e la mia preoccupazione agli altri per evitare di suscitare compassione e pietà.

La maggior parte delle volte sviluppiamo maschere o comportamenti causati da eventi che ci hanno traumatizzato. La mia maschera deriva dal terrore che ho provato in passato, la possibilità che i sogni di una vita vadano in frantumi e di essere nuovamente in quel limbo dove non sai cosa pensare e come muoverti, o peggio ancora sei su un tavolo operatorio e non ti rimane altro se non aspettare di svegliarti.
Magari mi preoccupo per niente o magari sono preoccupazioni fondate ma la domanda che ora mi faccio è: è giusto non mostrate agli altri ciò che ci preoccupa per evitare di suscitare compassione e pietà?
Forse si, forse no. Forse ho già scombinato tutto scrivendo parte della mia storia qui, o forse nessuno leggerà questo post e di conseguenza nessuno se ne preoccuperà.
Non è la meta finale la mia preoccupazione ma il cammino per arrivarci.
In ogni caso so che per quanto sarà duro il cammino ho giusto un paio di persone a cui posso chiedere di tenermi la mano.


Piccola parentesi
Devo farvi anche una confessione, ho ricominciato a scrivere anche grazie all'aiuto di una persona, diciamo il servizio clienti del cervello, quella persona che ti spiega tramite il libretto di istruzioni come funziona quella grande e complicata macchina che è il tuo cervello. Sto scoprendo cose pazzesche su di me, tipo che ho la sindrome della crocerossina! (... E quale donna non ce l'ha!) 
Questa voglia di scrivere nuovamente e di riordinare i pensieri mi viene da lei, mi ha spiegato e ha riportato la mia attenzione sulle cose che prima facevo in automatico.

Nessun commento:

Posta un commento